mercoledì 7 marzo 2012

Raccolte oltre 100.000 firme per la cittadinanza agli immigrati




Il Comitato promotore - Arci, Acli, Caritas, Centro Astalli, Cgil, Feltrinelli, Cnca, Chiese Evangelinche, Seconde generazioni, Libera, Tavola per la Pace, Cnca, il Comitato 1mo Marzo, Emmaus Italia, Fondazione Migrantes,Lunaria, Il Razzismo Brutta Storia, Terra del Fuoco - ha consegnato ieri a Montecitorio oltre 100.000 firme  a sostegno delle due proposte di legge di iniziativa popolare, che il comitato L’Italia sono anch’io ha raccolto in questi mesi, come a Cernusco attraverso le Associazioni del Tavolo Migranti, in particolare le ACLI. Ne sarebbero bastate 50.000 ma la risposta dei cittadini è stata superiore alle aspettative nonostante la "gigantografia della paura" (come dichiara il prof. Mario Morcelli nella ricerca su immigrazione e asilo nei media, prodotta dalla Falcotà di Scienze della Comunicazione dell’Università La Sapienza di Roma).

Le due proposte di legge sono:
  1. «Chi nasce in Italia da almeno un genitore legalmente presente in Italia da un anno è italiano». Subito. Come pure i bambini che in Italia hanno frequentato le scuole. Senza aspettare i 18 anni anche solo per fare domanda. Mentre gli adulti possono diventarlo dopo 5 anni di soggiorno regolare (109.268 firme)
  2. Dopo cinque anni, diritto di voto. Votare ed essere votati ( 106.329 firme)
«Siamo sicuri che chi siede in parlamento non vorrà deludere queste attese», fa pressione Graziano Derio, sindaco di Reggio Emilia e presidente dell’Anci, l’associazione dei comuni italiani: «Chi paga le tasse ha diritto al voto e, come fu per il voto alle donne, questa è una battaglia che riguarda tutti, non solo gli immigrati».
Per Antonio Russo, responsabile Immigrazione delle Acli, si tratta di «un risultato straordinario, al di là delle aspettative, ottenuto grazie a una grande mobilitazione delle organizzazioni coinvolte e di tanti cittadini e volontari». «Una campagna culturale che ha tentato di raccontare agli italiani la vera storia dell’immigrazione. Una storia fatta di ricchezza, di capacità di migliorare questo paese, di descrivere un nuovo perimetro del diritto di cittadinanza, non più chiuso dentro il diritto di sangue ma allargato allo ius soli, sulla base di un’etica pubblica condivisa che coinvolge tutti i cittadini di un paese.  La battaglia non è conclusa – aggiunge Russo – Ci sposteremo adesso in Parlamento per chiedere di calendarizzare la discussione su queste due proposte di legge di iniziativa popolare. Ci sono i tempi e le condizioni, in questa legislatura, per cambiare una legge sulla cittadinanza ormai obsoleta. Una legge da cambiare con lo sguardo rivolto al futuro».
Recentemente è stato pubblicato il dossier Idos/Lai-momo "Comunicare l'immigrazione" da cui emergono i seguenti dati:

  • il 46,1% degli italiani il senso di diffidenza verso gli stranieri è giustificabile, 
  • il 36% è favorevole all’immigrazione, 
  • il 22% crede si debba godere della multiculturalità apportata degli stranieri, 
  • il 17,9% pensa che dovrebbe esser garantita la diversità culturale, 
  • 11,3 % pensa che lo Stato dovrebbe assorbire gli stranieri nella cultura italiana.
Difficile leggere dati statistici, fatto sta che l'immigrazione rappresenta una delle sfide culturali più importanti della nostra epoca, e relegarle come mero problema di sicurezza non solo è indegno per una società che si crede "acculturata": è una visione miope destinata alla sconfitta.

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